Trattamento di un oliveto nelle campagne di Felline colpite dal Complesso del Disseccamento Rapido dell’Olivo (CoDiRO), la malattia che sta decimando gli ulivi del Salento, con l’applicazione di consorzi microbici per rigenerare il suolo.
I consorzi microbici servono a rigenerare i complessi sistemi di micro-organismi (batteri, funghi e lieviti) presenti naturalmente nel suolo e sulle radici delle piante, i quali sono fondamentali sia nella produzione di sostanze nutritive che nel loro assorbimento da parte degli alberi. Le radici degli ulivi hanno una foltissima flora di batteri che vivono in simbiosi con l’albero, la cui salute è fortemente influenzata dalle condizioni di questi batteri – esattamente come nel caso degli animali e dei batteri che vivono nel loro apparato digestivo.
Il trattamento prevede l’applicazione dei consorzi microbici nel terreno con un rudimentale aratro che scava un solco attorno alle radici degli alberi e vi deposita microgranuli di spore batteriche. Per poter funzionare, il trattamento deve essere accompagnato da un generale passaggio all’agricoltura biologica, con l’abbandono dell’uso di erbicidi nocivi alla flora batterica e dell’abitudine di bruciare ogni foglia e frasca rimasta nell’oliveto dopo il raccolto e la potatura, una pratica ancestrale che sottrae altra materia organica dal suolo.
L’azione dell’uomo ha alterato la chimica del suolo e gli equilibri tra i vari organismi che ci vivono, causando un generale indebolimento degli ulivi che potrebbe aver giocato un ruolo fondamentale nel renderli così vulnerabili al batterio Xylella. Nonostante ciò, le autorità continuano a concentrare i loro sforzi nel contenere il batterio attraverso la guerra totale all’insetto che lo propaga, la sputacchina, e con le eradicazioni degli alberi dichiarati infetti, sostenendo che le condizioni del suolo e delle piante sono ininfluenti sulla diffusione della malattia.
Gruppi di attivisti Salentini come quello in questo video stanno sperimentando da diversi anni l’utilizzo dei consorzi microbici nella zona più colpita dal CoDiRO, e parte di questa sperimentazione è stata finanziata dalla Regione Puglia nell’ambito della ricerca su questa malattia che minaccia di distruggere millenni di storia e un’intera economia. Ma così come cercano di migliorare la salute della pianta rigenerando il suolo su cui cresce, questi contadini preferiscono non parlare di una “soluzione” ad un problema che, come gli ulivi del Salento, ha le sue radici nelle conseguenze di decenni di agricoltura moderna e dell’uso smodato di sostanze chimiche.